Credo che tutti ci siamo posti l’interrogativo alle dichiarazione del rieletto Presidente Trump a proposito del la sua visione sulla questione ambientale, che si riassume nel ritiro dagli accordi di Parigi sul clima e nello stop alle leggi di promozione per l’acquisto di veicoli elettrici : se il “deus ex machina” ( e in questo caso in senso letterale) dell’ auto elettrica è proprio quell’Elon Musk che è stato il suo più grande sponsor elettorale e a cui è stato affidato l’incarico di guida del Doge, Department of Government Efficiency, cucito proprio su misura del miliardario sudafricano, come si conciliano i propositi presidenziali con gli interessi privati del pioniere dei veicoli a batteria?
Il World Energy Outlook 2024 dell’International Energy Agency (Iea), ha tracciato una panoramica del settore della mobilità elettrica nei primi nove mesi del 2024, stabilendo che sono state vendute oltre 7 milioni di auto elettriche.
Ma…il colosso mondiale statunitense di Elon Musk, che deteneva fino al terzo trimestre del 2023 il primato di vendite di auto elettriche a livello mondiale, ha visto il suo diretto concorrente cinese (BYD), superarlo per incremento nella produzione, nella crescita e addirittura nelle vendite: BYD ha venduto 942.000 di auto elettriche nel quarto trimestre del 2023, ossia quasi il doppio di Tesla (484.500 unità), dato in aumento anche nel 2024.
Pur di mettere i bastoni tra le ruote alle auto elettriche made in China, Trump fa il gambero ponendo fine al Green New Deal e rinnovando il focus sui combustibili fossili, nonostante Musk?
C’è un legame tra la scelta di avviare nuove trivellazioni per il petrolio e il gas e la guerra al nemico economico numero uno?
Ma soprattutto, tra i due litiganti a pagarne le spese sono ,ancora una volta, il nostro pianeta e le qualità della vita delle generazioni future?